giovedì 5 dicembre 2019
Commissioni riunite audizione del Governatore della Banca d’Italia Igna...
Il Governatore della Banca d'Italia Visco dice la sua, per quanto confusa ed ambigua, sulle riforme introdotte nel documento Mes, cosidetto Salva-Stati in crisi finanziaria grave per eccesso di debito pubblico da titoli di stato emessi in misura enorme non più finanziariamente sostenibile, a rischio di bancarotta del singolo stato, con possibile coinvolgimento e rischi per l'intera Comunità Europea.
Nella confusione del linguaggio tecnico-finanziario di Visco sulle decisioni, procedure e atti di intervento del Mes verso un paese in crisi nera di debito pubblico insostenibile, come l'Italia, viene detto che l'Unione Europea si riserva, in caso di gravi problematiche nella restituzione di capitali concessi a credito dello stato deficitario, la possibilità di richiedere una ristrutturazione adeguata del debito dello stato, espresso in titoli di stato emessi verso i risparmiatori e investitori nazionali, consistente nel sequestro di quote di capitale secondo necessità e convenienza di titoli di stato, che possono essere cancellati o non restituiti ai risparmiatori alla scadenza.
Lo stesso dicasi per titoli emessi da eventuali fondi privati internazionali a favore dello stato debitore, che possono essere restituiti alla scadenza agli investitori privati cancellando o nullificando titoli di stato di valore equivalente in possesso di banche e risparmiatori nazionali..
Discorsi vaghi concernenti le possibili procedure, tempi, rischi e studi di ottimizzazioni per l'esecuzione di dette procedure di ristrutturazione del debito occupano le due ore dell'intervento sulle due semplici e possibili sostanze di cui sopra, chiaramente deprecabili cui possibilmente non si deve ricorrere se non in casi estremi.
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La ristrutturazione del debito sovrano abnorme italiano è quindi chiaramente prevista dal Mes, con il sequestro o annullamento di titoli di stato italiani e mancata restituzione del denaro corrispondente ai risparmiatori, buoni o cattivi o criminali mafiosi che siano, detentori di detti titoli, che non vedranno più un becco di un quattrino dei soldi dati in prestito allo stato tramite la loro banca più o meno mafiosa o onesta.
RispondiEliminaSe non altro il sequestro di fondi mafiosi, che sono la maggior parte, se sono quelli che non vengono restituiti, non può che farci piacere, una buona volta, forse, una giusta "legnata" alla mafia di stato.
Ma sarebbe troppo bello per essere vero !
In ogni caso, con la possibile ristrutturazione dell'abnorme debito sovrano italiano a carico di titoli di stato azzerabili della Mafia nell'ambito del fondo Mes salva-stati, si tratta di una prassi illegale e anti-costituzionale per principio, definibile come un furto o latrocinio di stato a carico di finanziatori onesti o criminali Mafiosi che siano.
RispondiEliminaDetto azzeramento di titoli Mafiosi e di quote relative del debito sovrano dello stato italiano non è lecito, se non introducendo nel diritto italiano un potere sotto-forma di un'assemblea destituente che, in una situazione legalmente riconosciuta di eccezione e di emergenza nazionale temporanea, consenta la sospensione pro-tempore del diritto costituito e della costituzione italiana, che rimangono vigenti ma sospesi per un tempo definito.
Detta assemblea che può definirsi destituente, sospende il diritto vigente e nomina un esecutivo con pieni poteri temporaneamente al di sopra o al di fuori della legge costituita sospesa, precisamente come in Francia sotto il regime di Macron.
Dopo la fase di eccezione e di emergenza con il sequestro di titoli di stato in possesso della Mafia criminale e omicida, a copertura di debito pubblico generato da partiti e governi di natura ed origine Mafiosa, la stessa assemblea destituente può provvedere alla generazione di una nuova costituzione democratica in regime democratico popolare costituzionale in sostituzione o adeguamento della vecchia costituzione sospesa.
Basta seguire passo-passo quanto sta facendo la Francia a livello politico-costituzionale in regime di eccezione ed emergenza, riconosciuto dalla legge fondamentale e dal diritto comune nazionale.