C'è un altro genere di individuo politico, oltre al giornalista di grido, che secondo W. Benjamin, realizza un "carattere distruttivo" permanente della realtà, abbandonato il suo demone interiore con cui ha tentato varie fasi di critica e demolizione degli avversari partitici e politici.
Decomposte varie situazioni fondando la critica e tentando la distruzione sulla base di concezioni e visioni personali arcaiche, antiche e retrograde della storia, centrate sul regionalismo, nazionalismo, fascismo littorio, razzismo, colonialismo e culturismo anti-umano verso la natura differenziata e animalesca dell'uomo che vive fuori dai confini della sua zona di origine, matura ora un importante carattere e comportamento distruttivo verso l'uomo contemporaneo e le sue opere materiali e spirituali.
Abbandonate anche le ispirazioni medioevali mitico-stregonesche centrate sulle città-stato autonome e indipendenti di un tempo del tipo fiorentino e/o sforzesco basate sul castello merlato e fortificato come unico centro di gravità e di vita adatta all'uomo vero, distruttive del resto dell'umanità considerata animalesca, e a tutela della sola torre merlata o in alternativa del campanile locale, abbandonato anche l'espressionismo e decadentismo delle piccole, belle e dolci cose di una volta, dei giardini pubblici in cui i bimbi bianchi giocano gioiosamente a mosca cieca mentre quei pochi colorati sopravvissuti alla sua ira giocano solo a nascondino perenne per sopravvivere, abbandonati pure gli amoreggiamenti con il comunismo moscovita e con l'anarchismo, troppo quieto per i suoi gusti, dei centri sociali inutili e fastidiosi rispetto ai centri, ottimizzati per la distruzione, dei black-blocs e del fascio redivivo, alla fine riesce ad intrufolarsi in un governo di ignoranti e assolutamente incapaci per cominciare la vera decomposizione della vita sociale e politica e la distruzione di tutto a partire dall'interno anzichè dall'esterno del sistema politico.
Possiamo avvertire il carattere distruttivo di un simile personaggio quando scopriamo che quasi tutti i vincoli, catene e gabbie per animali in cui ci ritroviamo inavvertitamente rinchiusi e legati, allo stesso modo come lui usa sequestrare i migranti clandestini, scaturiscono dalle parole ed azioni insulse di questo carattere distruttivo che si scatena nel mondo in cui viviamo, riducendoci ad esseri il cui cervello è stato addormentato e paralizzato dalla foga distruttiva di costui, che non si capisce da dove sia uscito e da chi sia stato pescato per smontare tutto e tutti, inclusi in primis i migranti clandestini con un odio incontenibile, e per secondi gli europei e italici che vivono fuori dal suo bi-locale milanese, e per terzi i suoi associati di governo e istituzionali attoniti e rimbambiti dalla sua foga e ferocia distruttiva.
Il carattere distruttivo conosce un solo paradigma comportamentale: farsi largo ovunque sgomitando terribilmente per guadagnare spazio libero e vuoto attorno a sè, con un impegno altrettanto forte quanto il suo odio enorme verso gli esseri umani.
Lui sente che distruggendo ogni cosa, norma, legge, diritto umano e civile, e situazione gli deriva una forza ed anche un consenso di origine ignota che lo rinvigoriscono e potenziano contro l'invecchiamento o il tramonto fisico e morale, perchè eliminare e distruggere persone e cose circostanti è come estrarre la radice del proprio stato coatto nel mondo e ritrovarsi liberato senza più alcun vincolo e limite personale.
E questo fatto gli consente di potenziare la propria volontà di agire, anche se prevalentemente a casaccio, e per sovrappiù impedisce che siano gli altri a distruggere lui.
La sua azione distruttrice di tutto ciò che gli capita a tiro gli dà una profonda gioia e armonia interna.
E quindi sempre più alacremente e senza mai demordere lui è al lavoro per distruggere, e considera convintamente che è la stessa natura che gli dà il ritmo e il dinamismo distruttore continuo, perchè sa che altrimenti può essere anche la natura a distruggerlo prima del previsto.
Il carattere distruttivo non ha alcuna intuizione, idea o immagine di cosa debba essere fatto dopo la distruzione.
Lui non ha il problema di conoscere o generare cosa subentri al posto di ciò che è stato distrutto e considera che lo spazio vuoto lasciato dalle sue vittime troverà poi qualcuno che forse avrà bisogno di detto spazio secondo le sue personali necessità, non per quelle comuni, sicchè lui pensa che farà di tutto per non consegnare detto spazio a nessuno.
Tutta la sua opera è solo distruttiva, mai creativa o ricostruttiva secondo un progetto o un'idea, mentre si circonda di gente che è lieta e testimone della sua opera di distruzione che analogamente non si interessa di alcun progetto perchè dubita fortemente che qualsiasi progetto nuovo possa essere peggiore di quello distrutto, e lui stesso detta gente non ha alcun interesse a costituirla nello spazio liberato.
Di conseguenza lui è anche esposto alla critica e alla chiacchiera da ogni parte, ma lui non se ne cura, nè si cura di spiegare perchè smonti tutto e tutti.
Non è assolutamente interessato all'opinione e pensiero altrui in merito, anzi il possibile sconcerto del prossimo a fronte della sua azione distruttiva lo stimola e provoca ancora di più ad agire nella decomposizione della realtà circostante.
Il carattere distruttivo odia ed è nemico assoluto dell'uomo quieto e tranquillo, che cerca possibilmente di stare comodo, evitando rischi e problemi e suggerendo la pace pubblica.
Infatti la comodità del prossimo è la prima ad essere distrutta e lui ne cancella dopo la decomposizione qualsiasi traccia.
Se si tratta di gente estranea, migrante, povera, derelitta , malata, affamata, che cerca un pò di ristoro e di tregua ai suoi guai, è la prima ad essere distrutta e dispersa perchè affetta da un eccesso di tranquillità e di una ricerca inutile della pace e della concordia.
Il carattere distruttivo è tipico dei tradizionalisti che vogliono tramandare cose, fatti, idee, storie del passato, anche sistemi politici come il fascismo, il nazismo, il nazionalismo, il regionalismo, il razzismo, e la distruzione lavora su ogni cosa che abbia offuscato e alterato queste tradizioni storiche che secondo lui costituiscono un patrimonio raro, intangibile, intramontabile e tramandabile ai posteri.
Il distruttore ha coscienza della storia ed ha una irrinunciabile sfiducia nel corso delle cose che tendono ad alterare la tradizione, e contro queste divergenze temporali lui opera con particolare furore per distruggere i cambiamenti intervenuti nel tempo, e con questa azione contro i cambiamenti intervenuti lui libera un gran numero di strade possibili per proseguire senza tradire la tradizione lasciando lo spazio e moltiplicando la furia contro i cambiamenti che secondo lui in quanto tali non hanno nulla di duraturo e valido.
Quindi lui si situa sempre in capo ad ogni crocevia possibile dopo la distruzione, lasciando l'esistente in completa rovina, ma cercare una strada o un viottolo percorribile tra tante macerie non è mai un suo problema.
Pensa che un viottolo in mezzo alle macerie si trova sempre, e non è importante che qualsiasi viottolo sia la via di uscita dalle macerie.
Lui infatti non vive nel sentimento che la vita sia degna di essere vissuta, e pensa che qualunque vita dentro o fuori le macerie non valga in verità la pena di essere vissuta, ma nemmeno il suicidio meriti di esser praticato.
Progetti non ne ha perchè per il distruttore non ne valgono la pena.
Si va a caso.
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