2. Il giornalismo attuale.
Il giornalismo inteso come realizzazione di un foglio di notizie è essenzialmente una raccolta di gridi di dolore e di morte, di calamità naturali e disastri di ogni genere, di crisi di masse enormi di rifiuti tossici ovunque, di inquinamento mortale dell'atmosfera, terrestre e marittimo, di mutamenti climatici catastrofici e mortali, di carenze micidiali di cibo e morti per inedia e malattie di bambini ovunque, di migranti sequestrati su navi e in campi di concentramento simil-nazisti, di tasse e sequestri di beni da suicidio per violazioni fiscali, di mafie di ogni genere organizzate omicide e stragiste, di attentati ed atti di terrorismo con stragi ovunque, di invasioni in massa e clandestine di popolazioni da paesi poveri verso l'Europa e gli Usa, di muraglie di separazione di popolazioni munite di mitragliatrici pronte all'intervento, e nel sociale di assassini continui e universalmente diffusi di mogli, bambini, padri, madri, amici e parenti e chi più ne ha più metta, e cadaveri anonimi di assassinati o fatti a pezzi, in ogni fosso o pozza d'acqua del pianeta, etc. etc.
Le notizie buone e liete sono rarissime e vanno cercate tra le righe stampate con il microscopio nel "mare magnum" delle notizie nefaste e terribili, spesso poco credibili o "fake", diffuse per sbalordire, atterrire e irretire i lettori, esterrefatti per tanti disastri e distruzioni di ogni genere ovunque e continue, al punto da doversi meravigliare che un mondo vivibile esista ancora da qualche parte del globo dopo tanti rivolgimenti distruttivi universali di corpi e cose.
Queste notizie e immagini traboccanti di terremoti, maremoti, tsunami, crolli, esplosioni in pace e in guerre continue di tizio contro sempronio, con carneficine a non finire, per ragioni spesso incomprensibili, sono con ogni probabilità diffuse tra i lettori di giornali e spettatori di immagini televisive per rendere giovamento ed utile ai potenti per cui i giornali lavorano dalla mattina alla sera, alla scoperta di novità terrificanti che mozzino il fiato, la mente, l'anima e l'intelligenza di chiunque si metta di buona volontà per capire cosa stia succedendo, e se stia arrivando la fine del mondo, o, più semplicemente, se il potente di turno si sia messo paura di perdere il posto a favore di altri più potenti di lui e fa di tutto per creare a suo vantaggio una opinione pubblica atterrita, immobile e incapace di reagire in qualsiasi modo, ferma e sgomenta ad aspettare pazientemente di arrivare almeno fine alla morte naturale senza essere distrutto o fatto a pezzetti prima dal potente in poltrona che comanda su tutto.
La stampa è sterminata e brulica di infinite notizie del genere con una vitalità e attività di scrittura enormi e diffusissime, diffonde spessissimo notizie alterate e fasulle solo per stupire e colpire non corrispondenti alla realtà dei fatti e determina una sorta di "opinione pubblica" nella popolazione che non può essere che una "atrocità" non solo per il pubblico ma anche per lo stesso giornalista di grido, che per sè non può che criticare fortemente ed odiare la prassi giornalistica generale di cui per altro anche lui è parte, che diffonde opinioni personali, private e artefatte che vanno a costituire una "opinione pubblica" chiaramente inquinata da "fake news" e che suggerisce al pubblico pensieri ed opinioni fittizie e lo rende fondamentalmente disinformato, irresponsabile e incapace di emettere giudizi di valore e veritieri su fatti linguistici, sociali, politici e giudiziari, dove le notizie "grondanti sangue, morte e galera per delitti di ogni genere" generano nel lettore non un giudizio corretto ed equilibrato, ma analoghe sentenze di condanna di genere tribunalizio per fatti e persone piene di disprezzo, irresponsabilità e altrettanta falsità.
Il giornalista di grido dal canto suo nutre disprezzo verso la massa di giornalisti comuni che diffondono false opinioni nel pubblico, e fuorvianti.
Questo odio non è mai personale perchè anche il grande giornalista è un componente notevole della massa che fa il suo stesso mestiere, con meno o nessun successo personale.
Ma l'odio è verso l'essenza del giornalismo che "il grande" riconosce come basicamente fasullo, anche se poi la prassi di scrittura è analoga a quella dei colleghi, anche se meno enfatica e drammatica e probabilmente più equilibrata, secondo l'esperienza e l'attitudine del suo "demone" giornalistico interiore.
Normalmente il giornalista di grido nutre un grande disinteresse per sè stesso e la sua vita, turbato e sconnesso da fatti, cose e personaggi "grondanti sangue" da tutte le parti, e manifesta interesse prevalentemente verso questi fatti, cose ed eventi che presentano delle relazioni e legami come di causa ed effetto tra di loro e che apparentemente sembrano intrecciarsi e dipendere l'uno dall'altro come gli anelli di una catena.
Allora il suo interesse cresce alla ricerca delle cause di tutto ed inizia ad imbastire ragionamenti, fatti e scritti che collegano, a suo parere, detti eventi diversi che presentino coincidenze e affinità l'uno con l'altro e tende a descriverli come uno causa dell'altro con effetti apparentemente consequenziali e reali, secondo il suo estro o "demone" personale, anche se nella realtà di fatto, alle volte successiva, detti fatti non hanno poi granchè a che vedere l'uno con l'altro e sono solo casualmente dipendenti, o del tutto indipendenti.
In questo modo nascono spesso le così-dette "frasi fatte" su cose e persone dette e scritte dai giornalisti e ripetute in ogni occasione, che sono alla fine espressione dell'arbitrio con cui il giornalismo spesso costruisce l'attualità di fatti artificiosamente collegati tra loro in una struttura che si innalza fino a dominare arbitrariamente il senso vero di detti fatti.
Il giornalista di grido ha questa consapevolezza e combatte contro il sistema informatico di idee e frasi fatte spesso arbitrarie, ma alla fine non ottiene altro che generare altre e nuove frasi fatte, che sono l'equivalente arbitrario di quelle precedenti.
Lui ha sempre questo lato critico e distruttivo verso l'informazione giornalistica in generale e le relative frasi fatte adottate da e per tutti, che condizionano e creano una opinione pubblica degenerata.
Però il giornalista di grido riesce sempre a trovare uno spunto di verità nel mare "fake" informativo costruito dal sistema, ed a distinguere e rivelare qualcosa che non è la solita furfanteria incredibile e generale della carta stampata.
Questo ritrovamento dell'elemento di verità non ha un'origine metafisica, non è attribuire il vero e giusto giudizio di valore ad ogni cosa, ma è una necessità naturale interiore del giornalista di afferrare e informare su qualcosa di vero e naturale nell'enorme massa di notizie strampalate dell'informazione prefabbricata.
L'elemento di verità riguarda qualcosa di naturale nella vita, che lui ama, come la terra verdeggiante, il cielo limpido e sereno, le stelle brillanti e i nuovi astri trovati nell'universo, gli animali tutti amici dell'uomo e partecipi della sua esistenza, i bambini sempre buonissimi e meravigliosi, le piante fiorite, le acque limpide e scroscianti etc., tutte cose che per lui sono ben più grandi e importanti degli uragani violenti distruttori di vite umane, dei cataclismi, dei vulcani eruttanti, tempeste etc. che sono la banalità omicida, violenta, primitiva, primordiale e arcaica della stampa quotidiana.
Il cielo e i bambini per lui diventano simboli di un mondo migliore, connessi con leggi fisiche universali positive, che sono anche morali perchè quietano e vivificano l'anima umana e determinano rapporti di umanesimo e di amicizia tra gli uomini, ben più dei disastri catastrofici negativi oggetto della nefanda stampa quotidiana, ammannita dal sadismo giornalistico al servizio del potere deteriore più turpe.
Però si osserva che detta immagine di umanesimo naturale non realizza e non determina la storia della salvezza e redenzione dell'uomo a partire dalla vita bruta primordiale e dalla sua origine di miseria animalesca e povertà materiale e spirituale.
Non c'è stato un vero progresso dell'uomo nel catastrofismo, distruzione materiale e stragismo perdurante da sempre nel mondo passato e attuale.
Per il grande giornalista la vita non ha una storia evolutiva di benessere materiale e spirituale, non ha una storia vera, ma è sempre la stessa storia indistinta di distruzione, come descritta giornalmente dalla stampa scritta e dalle immagini relative del mondo, peggiorate dal racconto volutamente "fake" rappresentato dal giornalismo distruttivo di tutto al servizio del potere.
La natura rimane complessivamente catastrofica in tutti i sensi, come rappresentata dalla stampa di regime, il mondo è rappresentato assolutamente nemico dell'uomo, e la vita umana come "un fiume destinato a serpeggiare in un paesaggio infernale", senza redenzione e salvezza finale.
L'umanità in lotta contro il mondo nemico e ostile ha la peggio, visti e considerati i fatti e gli eventi del tutto negativi descritti dal giornalismo come entità operativa dell'informazione giornaliera.
Non solo, ma anche la tecnica e la tecnologia inventate dall'uomo e messe in campo verso la natura ed il mondo non sembrano arrestare la disfatta dell'umanità in corso, come descritta dai giornalisti.
Il disfattismo ed il pessimismo prezzolato del giornalista è sovra-nazionale, e la storia che può desumersi dall'informazione appare oggi una zona desertica senza risultati positivi di evoluzione spirituale e materiale umana, senza senso, e con la fine intravista e suggerita dalla stampa di una deflagrazione o conflagrazione possibili totali con esplosione del mondo, visto l'andazzo attuale.
L'amore verso gli animali e le foreste è perchè solo questi saranno forse gli unici sopravvissuti all'umanità distrutta e deflagrata.
Prima della disfatta da difendere, secondo lui, è solo la vita privata contro la morale ed i precetti pubblici e sociali , contro la stampa di regime, contro tutte le polizie pubbliche e private e in generale contro il mondo organizzato, burocratizzato, fiscalista e di tendenze autoritarie di una società che pretende di controllare politicamente e cinicamente tutto e tutti, la famiglia, la sessualità e la riproduzione sessuale, l'autonomia fisica ed economica del singolo, che controlla la vita personale e pubblica di chiunque tramite computers, web e social net-works, che costruisce sempre più case di vetro per vedere e controllare meglio tutto quello che il singolo indiziato fa o medita di fare.
Tutto questo gli appare una rovina completa ed il giornalista di grido considera solo la sua vita privata che cresca spontaneamente da sè stessa, in antitesi con quella borghese o ex-borghese post-comunista e post-fascista, ed il possibile rivolgimento sociale da perseguire con gli scritti, la stampa e la sua autorità giornalistica polemica e distruttrice dell'ordine costituito presente, burocratico, centralizzato e autoritario assoluto e mafioso.
L'elemento personale privato, reso oggettivo, coincidono in lui stesso, mentre lui non sostiene mai una opinione pubblica precisa nei suoi scritti sempre polemici e distruttivi del presente e del passato, perchè sa che l'opinione è sempre una falsa soggettività che non si può mai totalmente sostenere, e di conseguenza lui rifiuta sempre la prepotenza altrui che si contrappone alla sua opinione.
Lui trema davanti a sè stesso, ma non trema mai davanti agli altri e tanto meno davanti agli avversari.
Non pretende che gli eventi veri siano quelli raccontati da lui, ma che le sue notizie sui fatti siano prima riportate chiaramente come tali e poi eventualmente discusse con gli altri perchè lui ritiene che la sua stampa ed attitudine verso gli eventi siano reali contro ogni utopia,ogni forma di corruzione, ogni delitto, ogni sorta di magia praticata dagli avversari per confondere la realtà, anche se ammette che la stampa e la sua stampa siano un evidente strumento del potere.
La sua stampa quindi va discussa e criticata solo nei termini del potere che essa sostiene.
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