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venerdì 3 maggio 2019

L'evento giudiziario e la perenne collusione stato-mafia secondo una possibile interpretazione del "demone interiore" del giornalista di grido.


1. PREMESSA.

Si raccontano nel video allegato le vicende tragicomiche dell'ultima trattativa stato-mafia conclusa con le sentenze e condanne del processo di Palermo del 2018, per un verso nella loro tragicità connessa con le stragi di Falcone e Borsellino compiute dalla mafia, e per l'altro verso nella comicità connessa con l'insipienza, l'incoscienza e il dilettantismo di vari presidenti della repubblica, di una sfilza di alti funzionari dello stato, e di politicanti di notevole ma dilettantesca levatura politica di governo e di stato.

A prescindere da dette vicende nell'evento di trattativa tra stato e mafia risalente ad oltre 20 anni fa, ormai quasi del tutto dimenticate da una popolazione indifferente ed assuefatta ai ricorrenti fatti e misfatti in combutta tra lo stato e la mafia, si confermano storia e tradizione di eventi criminali gravissimi sempre uguali o assimilabili nella sostanza e nell'evolversi del tempo, attraverso anni, decenni e forse secoli di storia italico-siciliana.

Ora l'enfasi drammaturgica sollevata da Travaglio in quest'ultimo evento di collusione tra stato e mafia e di duplicità sistematica del potere mafioso e del governo legittimo in Italia ci indica chiaramente che i due poteri laico e mafioso sono allineati e paralleli tra loro come i binari di un treno, che marciano nella stessa direzione, il mafioso come entità criminale e omicida organizzata e il politico come un insieme caotico e disorganizzato in ogni settore di attività pubblica dominato da partiti basicamente corrotti e prezzolati che non rappresentano la popolazione ma gli stessi poteri anonimi sia della mafia che della politica interlacciati variamente e finanziariamente tra di loro, per delinquere spesso insieme e appassionatamente a scopo di lucro e latrocinio di denaro pubblico.

Talora i due binari su cui marciano stato e mafia perdono il loro parallelismo a causa di fatti incontrollati e di interessi pecuniari e di latrocinio reciproco, da cui o l'uno o l'altro si sentono traditi o defraudati contro gli accordi stipulati, ed allora si ha una collisione violenta, per puro interesse materiale e non chiaramente spirituale, tra i due convogli, con stragi, omicidi e attentati organizzati a ripetizione come in una guerra interna che si potrebbe dire di tipo civile, fino al ripristino degli accordi con relativa trattativa come questa, in cui lo stato laico è sempre sistematicamente soccombente e ridotto alla semi-illegalità politico-sociale dipendente dalla mafia di potere, mal celata ma evidente a tutti, in una specie di regime di emergenza o di eccezione in cui il diritto viene sospeso o applicato a casaccio secondo le circostanze, sempre fallimentare politicamente, socialmente e finanziariamente, sempre peggio nonostante l'evoluzione e mimetismo di elettori e partiti ladri e corrotti insieme, che promettono falsamente il rinnovamento del sistema e il sol dell'avvenire fulgido e futuro, che in un classico pseudo-letamaio politico-civile come il nostro non potrà mai verificarsi, sopratutto con l'insipienza intrinseca di Grillini e Salvini fascisti.

Allora un commento diverso sull'evento noto di trattativa stato-mafia che si riproduce sempre uguale e diverso nello scorrere temporale dei decenni o dei secoli, con intrallazzi, latrocini, omicidi, stragi efferate e chi più ne ha più ne metta nel calderone italiano, sempre in imminente fallimento economico perenne con la popolazione sempre più stangata e pelata viva al verde pecuniario supremo, potrebbe essere interessante venisse svolto sui giornalisti di grido che interpretano e ci informano secondo la loro personalissima opinione e tendenza su detti fatti, trattative e collusioni-collisioni tra stato e mafia, rifilandoci insieme all'informazione il loro privato e personale giudizio su fatti ed eventi di questo genere, per convincerci ad adottare la loro privata opinione, indotta dal potere da cui dipendono e vengono stipendiati, in modo che diventi una "opinione pubblica" accettata e assimilata dalla popolazione, in realtà si può dire del tutto disinformata e irresponsabile o irresponsabilizzata, che si abbevera e adotta senza capirci nulla dell'opinione del giornalista di grido, dipendente dai poteri pubblici o mafiosi da cui è stipendiato e quindi di cui cura gli interessi, a prescindere dalla realtà e dalla verità vera dei fatti ed eventi reali.

Potrebbe essere interessante riflettere sulla natura e sul "demone interiore" che muove e agita il giornalista di grido, il quale ci costruisce la nostra "pubblica opinione" adottata ad occhi chiusi, cioè senza averci capito e visto o sperimentato nulla in merito, e ci fa diventare spesso degli irresponsabili del tutto disinformati a disposizione del potente di turno cui il giornalista è legato.

Si può tentare di capire quale è l'obbiettivo di fondo generato dal "demone interiore" che fa parlare il giornalista nella sua enfasi drammatica degli eventi per portare il pubblico a condividere la sua personale e privata opinione, conferitagli dal potente da cui dipende, nel caso specifico qual'è e perchè per esempio affiora la condanna politica verso gli ultimi presidenti della repubblica, tutti apparentemente collusi con la mafia tramite terze parti attive, addirittura contro Mattarella che pare accettare ora la confidenza di un politico notoriamente mafioso e finanziatore della mafia, peraltro omicida del fratello del presidente.
Come anche l'enfasi drammatica contro ministri e capi di governo passati tendenzialmente mafiosi, come pure funzionari militari e istituzionali qualificati come incapaci e subordinati al potere mafioso.

Il demone interiore del giornalista si agita violentemente contro una classe ed un sistema politico del passato recente coinvolto nelle trattative, definibile grossolanamente democratico post-comunista, chiaramente di tendenze e simpatie mafioso-politiche, che si rapporta e si subordina alla volontà e violenza del potere mafioso imperante.

Ma questa apparente realtà, in effetti una opinione privata diffusa al pubblico, andrebbe meglio formalizzata analizzando meglio i moventi del demone interiore e non assimilando incondizionatamente le "frasi fatte" create dal giornalista.

Un metodo di analisi interessante del giornalismo di grido è quello suggerito e praticato da W. Benjamin nel secolo scorso, che si può tentare di applicare per dirimere meglio lo stato di realtà e verità degli eventi, dei fatti e opinioni raccontati dal giornalista, forse nel seguente e successivo elenco:

2. Il giornalismo attuale.
3. Il "demone interiore".
4. Esito e fine del "demone interiore".


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