sabato 25 maggio 2019
Il giornale è il teatro della confusione scenica e verbale.
In base ad alcune intuizioni di W. Benjamin si può dire che, a partire dalla diffusione dell'informazione giornalistica e dei giornali via internet, le antitesi conoscitive e letterarie che prima riuscivano ad amalgamarsi e fondersi in un linguaggio e significati comuni, sono diventate antinomie insolubili e senza reciproca interrelazione.
Le scienze e la letteratura romanzesca e saggistica, la critica e la produzione di informazioni e conoscenza, la cultura e la politica vanno ognuna per conto proprio, del tutto scorrelate e disordinatamente incomunicabili e antinomiche.
La sede, la rappresentazione e il teatro di questa confusione letteraria è il giornale, sia esso stampato o comunicato per via elettronica su internet.
Il contenuto di detti giornali, cartacei ed elettronici, è divenuto una materia grezza e informe in cui non si riesce a dirimere una struttura regolare, organizzata e non-contraddittoria, se non quella imposta dalla caratteristica impazienza, urgenza e disordine logico-formale del lettore.
L'impazienza non è solo quella del politicante che attende una informazione o quella dello speculatore di borsa che attende una dritta o una soffiata, ma è crescente e montante l'impazienza e la ricerca di informazione, domande e risposte immediate del lettore comune, che è escluso da ogni prerogativa decisionale e che ritiene di avere il diritto di prendere la parola personalmente su ogni cosa che sia di interesse suo specifico.
Questa impazienza e urgenza insopprimibili a produrre frasi, domande, risposte e commenti al più presto lega il lettore al suo giornale quotidianamente, ed ogni giorno questa necessità ed impazienza genera nuovo e continuo alimento tra giornale e lettore, e questo fatto viene messo a profitto e esaltato dalle redazioni dei giornali che generano nuova attività informativa basata su domande, commenti, opinioni, risposte, critiche e lamentele, quando non ingiurie, aumentando continuamente e confondendo la struttura del giornale stesso.
Aumenta di pari passo l'acquisizione a-critica di ogni genere di informazioni su cose, fatti e persone e analogamente si amplia a dismisura l'assimilazione a-critica dei lettori che con i loro continui commenti su tutto e tutti si vedono promossi e reclutati come giornalisti (dilettanti) del giornale.
Ma proprio in questo passaggio a base di critiche e commenti si genera la transizione dialettica in forme di trasmissione di cose, dati e procedimenti di stampa diversi.
Mentre si allarga il genere letterario, che con frasi e linguaggi differenziati decade, e perde significato la profondità e compiutezza del discorso finito, aumenta la carenza di significato e la incomprensibilità del linguaggio, la distanza tra l'autore ed il pubblico diventa una cosa insuperabile, la stampa concettuale svanisce sempre più su scala sociale diventando una poco significativa attività di descrizione e prescrizione confusionarie, nascono frasi fatte e fake news inspiegabili.
Il lettore crede di assumere in questo modo una forma di accesso alla autorevolezza, mettendo in campo la sua competenza specifica, spesso incomprensibile agli altri.
Ciò comporta una sorta di letteralizzazione dei rapporti di vita comune che vorrebbero superare le antinomie e contraddizioni dei fatti, eventi e cose della vita.
Il giornale si trasforma e diventa un teatro o uno scenario di recitazione e commedia i cui contatti con la realtà sfociano nella confusione, degradazione della parola, della forma e dei loro significati.
In pratica una Babele futura possibile fondata sulla stupidità e sciocchezze comunicate, conciliate e condivise, in pratica una comunicazione e informazione complessiva senza o con poco senso, basicamente fake.
Amen, e glorificazione della propaganda politica fasulla per gli allocchi ?
www.limesonline.com/le-edicole-in-cui-potete-trovare-limes/77314
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