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sabato 6 aprile 2019

Le dichiarazioni di Conte a San Patrignano sulla sostenibità degli atti governativi

Appare un discorso puramente teorico quello di Conte a San Patrignano, basato sull'ipotesi di un futuro "radioso" per la popolazione italiana, generato dalle politiche economiche, produttive e sociali in corso e future del suo governo.

Ma in effetti non vengono descritte chiaramente dette politiche, indicate in ipotesi in programmi generici basati sul concetto di "sostenibilità" alla ricerca del benessere e al miglioramento della qualità e modo di vita della popolazione, assumendo come parametro di riferimento di fattibilità di ogni azione intrapresa il potenziamento del benessere generale della popolazione.

Realisticamente non viene indicato nulla, assumendo solo l'idea di sostenibilità delle politiche del benessere come direttrice, e riprendendo il concetto di "umanesimo" come attitudine del governo a ricercare e realizzare il meglio relativo e sostenibile per il miglioramento della qualità della vita.
Riprende in filosofia della politica il concetto di "biopolitica" di Foucault, fondato sulla pratica politica finalizzata a realizzare ogni iniziativa utile e opportuna verso l'implementazione della qualità della vita sia materiale che spirituale dell'essere umano.
Ogni iniziativa deve essere finalizzata in questo senso, purchè sostenibile in termini etici, economici, finanziari e sociali.

Nasce però quì evidente il problema della determinazione precisa della sostenibilità di ogni ipotesi o progetto politico del governo per il miglioramento del benessere della vita, poichè la sostenibilità del progetto deve in quadrarsi precisamente nelle regole e limiti del diritto, dell'economia, della finanza e delle caratteristiche specifiche della divisione sociale tra la popolazione.
Detti limiti non vengono indicati da Conte, salvo dichiarare che secondo lui eventuali vincoli o restrizioni economiche non devono sussistere, oppure non devono essere presi in eccessiva considerazione come ostacoli insuperabili al progetto sostenibile.

Afferma che questo della eliminazione dei vincoli di restrizione economica è il vero principio del "cambiamento" adottato dal suo governo rispetto alle politiche dei predecessori, con uno sviluppo importante di investimenti produttivi, del lavoro incluso quello delle donne, dell'istruzione giovanile, della riduzione della disoccupazione,  con una crescita generale ma non necessariamente con una crescita del "PIL", che non va più considerato un indicatore significativo di sviluppo (sic !, e probabilmente nemmeno la sua connessione con il deficit del bilancio nazionale e con il debito pubblico !!).
Accenna brevemente ai fattori che condizionano negativamente la crescita e lo sviluppo del benessere, come ultimamente dicono tutti sulla negatività dell'inquinamento atmosferico e terrestre, sulla necessità della lotta e abbattimento della CO2 ed al controllo con azioni adeguate dei mutamenti climatici ed il loro effetto catastrofico sulla vita umana e sui fenomeni di  migrazione clandestina di massa.

Viene chiesta alla fine la fiducia nel suo governo e nella sua attitudine alla ricerca del miglioramento del benessere generale della popolazione.

Si può concludere dicendo che il discorso di Conte si basa su considerazioni puramente teoriche fondate sul concetto della sostenibilità dei progetti politici, ma i parametri di determinazione di detta sostenibilità sono pressochè ignoti ed incerti relativamente alla gravità e massima criticità e impellenza dei problemi italiani come il lavoro mancante, la produttività economica carente, l'assenza o mancanza di conoscenza e scienza tecnica e tecnologica connesse con lo sviluppo produttivo, la contaminazione ambientale da rifiuti terrestre ed atmosferica, il surriscaldamento globale del Mediterraneo meridionale ed africano e le catastrofi climatiche relative, incluse quella delle migrazioni forzate di popolazioni dovute alla siccità, alla desertificazione dei territori, alla mancanza di cibo e alle malattie gravissime da denutrizione crescente, la mancanza di conoscenza e il semi-analfabetismo incosciente di giovani e adulti pressochè fuori dalla realtà, e a disposizione della criminalità organizzata Mafiosa, un governo di incapaci fuori di testa e fuori dai veri problemi del mondo, in cui si muovono come degli incoscienti pagliacci e comici sbandati.

E Conte con la favola della sostenibilità incerta e incalcolabile presume di affrontare e risolvere senza scienza e conoscenza dette gravissime problematiche italiane, promettendo un augurio abbastanza fasullo di incremento di benessere in una sorta di caos sociale italiano, burocratizzato al massimo grado, ingovernabile per questo, senza libertà e intelligenza proprie della popolazione, che in realtà non si aspetta da questo governo Grillesco e Salviniano razzista proprio nulla di buono.

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